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La Spiritualità Rosminiana

La Spiritualità Rosminiana

Antonio Rosmini viene indicato come il capofila tra quanti (altri suoi contemporanei sono Manzoni, Don Bosco, Newman) hanno operato per la ripresa della vita religiosa dopo l’assopimento causato dall’influsso dell’illuminismo. L’attenzione al suo itinerario spirituale è raccomandata con forza da Giovanni Paolo II.

Dalla fusione delle diverse scuole di spiritualità egli ottiene, per così dire, un nuovo potente motore per procedere spediti sulla rotta della santità.

Le Massime di perfezione cristiana adattate a ogni tipo di persone sono il piccolissimo e prezioso vademecum rosminiano. Concepito come il sunto del Vangelo e del Padre Nostro, offre organicità ed essenzialità a tutte le circostanze della vita. La fortuna di questo minuscolo best seller, è legata al senso di unità e di totalità provata da chiunque si attiene a queste sei massime.

 Il senso di unità è dato soprattutto dalle prime tre. Esse riguardano il fine della vita cristiana. Ovviamente al primo posto è Dio, desiderato e scelto come unico e infinito amore: 1. Desiderare unicamente e infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto.

Questa scelta non impedisce di amare il prossimo, anzi, lo richiede necessariamente in quanto la Chiesa è la sposa di Cristo. È impossibile amare Lui e rifiutare Lei.

La seconda massima infatti richiede un amore alla Chiesa pari a quello verso Gesù Cristo: 2. Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all’incremento e alla gloria della Chiesa di Gesù Cristo.

La terza massima aiuta a riservare a Dio il ruolo di guida per la vita sia del cristiano che della Chiesa. Suggerisce di muoversi per soccorrerla solo se e dove esplicitamente richiesti: 3. Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Gesù Cristo, lavorando per essa secondo la chiamata di Dio.

Rosmini dunque in queste due massime riconosce alla Chiesa la dignità di fine. La sua vita ha documentato abbondantemente la fedeltà a questa visione, pagandovi un caro prezzo. Egli ha praticato effettivamente quanto ha insegnato.

L’uso di categorie sponsali, per cui l’incarnazione del Figlio di Dio è descritta come le nozze della natura divina con quella umana, rispecchia il dato biblico e inserisce la spiritualità rosminiana tra le fonti oggi più accreditate, ben oltre l’ambito del suo tempo.

 Il senso della totalità, e quindi di realizzazione della propria vita, trova risposta nelle linee guida delle tre massime riguardanti i mezzi.

Dio ritorna anche qui al primo posto come Provvidenza paterna, che utilizza tutte le circostanze per il bene dei suoi figli: 4. Abbandonare se stesso nella Provvidenza di Dio. Qui è l’origine di quella disponibilità, da lui chiamata “indifferenza”, ai mezzi che Dio intende utilizzare per la pratica della carità universale.

Egli trasforma il cristiano, come “argilla nelle sue mani plasmatrici”, anche se in partenza è nulla: 5. Riconoscere intimamente il proprio nulla. Ne risulteranno tanti capolavori, portatori di benedizione, “eroi” infaticabili, fino al dono del proprio sangue.

Il terzo mezzo Rosmini lo individua nel: 6. Disporre tutte le occupazioni della propria vita con uno spirito di intelligenza. Anche questa espressione risulta particolarmente efficace. Indica la compresenza dello spirito (fede) e dell’intelligenza (ragione), due punte di un’unica fiamma per «camminare sempre nella luce, mai nelle tenebre». Munito dei doni dello Spirito il cristiano, nelle giornate disseminate di occasioni di bene, riuscirà a portare a termine missioni impegnative. La prima, ineludibile, è quella di compiere a perfezione il proprio dovere nel posto assegnatogli da Dio.

La comunità composta di uomini in pace con Dio, con la propria coscienza, con il prossimo, nel mondo, è possibile anche qui, ora.

 L’operosità spirituale di Rosmini ha prodotto anche molte altre pagine, apprezzate da illustri uomini del suo tempo e sempre più oggi da quanti sono alla ricerca di verità e qualità spirituale. La fonte rosminiana si riscontra, oltre che nelle Massime, in altri testi: Costituzioni, Epistolario ascetico, Teodicea, La dottrina della carità, Le cinque piaghe della Santa Chiesa, l’Antropologia soprannaturale, L’introduzione al Vangelo secondo Giovanni commentata.



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